giulia

Il Colombo Giovinetto di Monteverde

Il Colombo Giovinetto di Monteverde

Nella loggia del Castello del Capitano De Albertis – oggi Museo delle Culture del Mondo – è collocata una delle sculture più interessanti e di successo dello scultore ottocentesco Giulio Monteverde: il Colombo Giovinetto. Monteverde – da genovese d’adozione – seppe interpretare con una raffinatezza e un intuito straordinario la forza del pensiero del navigatore, mescolando con efficacia di grande successo, l’afflato romantico ormai al tramonto e il nuovo naturalismo “borghese” che si apprestava a dominare la cultura figurativa europea.

Cristoforo Colombo. L’uomo

Cristoforo Colombo. L’uomo

Quali sono le origini di Cristoforo e quale il suo ambiente formativo? Le relazioni con Genova saranno sempre un punto nodale per la vita del navigatore e questo si evidenzia – con forza – sino dagli anni giovanili, in una accanita sperimentazione dell’arte marinara. E poi la relazione con le famiglie della Superba: un legame che sarà fondamentale per il futuro Ammiraglio, ma che andrà ben oltre la vita terrena di Cristoforo.

Cristoforo Colombo. Il viaggio

Cristoforo Colombo. Il viaggio

Mettere a punto qualcosa che per tutti è una follia rappresenta qualcosa di impensabile. Convincere i potenti della terra a “sponsorizzare” questa follia, forse è ancora peggio. Ma alla base di questo progetto sta soltanto l’azzardo, un folle sogno o – al contrario – c’è uno studio attento e una preparazione che deriva da una solida esperienza?

La Madonna Carrega

La Madonna Carrega

In un palazzo che rappresenta le più alte vette dell’arte del secondo Cinquecento come quello di Tobia Pallavicino, spunta – seminascosta – una delle più preziose perle artistiche del diciottesimo secolo: la cappella progettata da Lorenzo De Ferrari. Ad impreziosirla arrivò anche una splendida scultura del tardo Seicento, opera del marsigliese Pierre Puget. Anche se oggi al palazzo si trova solo una copia dell’opera, il contrasto tra il tripudio d’ori della cappella e il bagliore bianco del marmo è perfettamente leggibile dal visitatore che si trovi a contemplare questa testimonianza di unico rapporto tra le diverse arti.

Cristoforo Colombo. Il mito

Cristoforo Colombo. Il mito

L’incontro con un Mondo del tutto nuovo è qualcosa di totalmente inaspettato. Per Cristoforo, innanzitutto. Ma anche per chi si appresta a mettere le mani su questa “scoperta” e trarne profitti e vantaggi. Colombo mostra qui i suoi limiti: un navigatore difficilmente saprà gestire anche situazioni di conflitto, amministrazione della giustizia, governo degli uomini. Di Colombo rimane – in molti casi – un “mito”, noi proveremo – invece – a leggerne la storia.

Palazzo Stefano Squarciafico

Palazzo Stefano Squarciafico

Un’opera di Raffaello. Questo pensava di avere di fronte Giulio Cesare Procaccini, grande pittore emiliano del Seicento “naturalizzato” lombardo, nel vedere la facciata del palazzo Squarciafico dipinta dal Semino. Ancora oggi, nascosta quasi alla vista, sofferente per il tempo passato, questa meravigliosa testimonianza della Genua Picta raccontata dalle fonti torna a raccontarci la storia di un tessuto urbano complesso, come è quello di Genova. E per la prima volta le porte si aprono sulle decorazioni interne, ancora tutte da scoprire.

Consigliato da Radio Monte Carlo – Ottobre 2021

Palazzo Ridolfo Maria e Gio Francesco I Brignole Sale (Rosso)

Palazzo Ridolfo Maria e Gio Francesco I Brignole Sale (Rosso)

Unico palazzo tutelato dall’UNESCO che non fece mai parte delle liste dei Rolli, Palazzo Rosso racconta storie uniche e affascinanti, attraverso i suoi affreschi, le sue collezioni e le sue stesse mura. Mura che, come per incanto, crollano al suolo nella finzione pittorica dell’estroso figlio di Domenico Piola, Paolo Gerolamo. Cosa lo spinse ad affrescare in maniera così bizzarra la loggia del palazzo dei Brignole Sale? Bombe, vere. E reali rovine. Quelle della città massacrata dalla flotta del Re Sole, nel 1684.

Palazzo Gio. Carlo Brignole (Durazzo)

Palazzo Gio. Carlo Brignole (Durazzo)

Non tutti nascono aristocratici. Non lo nacquero neppure i Brignole, ma lo divennero, nel tempo. Poter costruire questo palazzo straordinario, che chiudeva la “Strada Nuova delli palazzi”, rappresentò per Giovanni Battista Brignole la celebrazione dei successi suoi e della famiglia. Passati cent’anni, all’inizio del Settecento, sono ancora questi i temi che il mirabolante pennello di Lorenzo de Ferrari affresca in uno dei salotti più commoventi che potrete mai aver occasione di vedere: un intraprendente Prometeo che sfida tutto – Dei compresi – per cambiare il suo fato e quello del mondo.

Palazzo Nicolosio Lomellino

Palazzo Nicolosio Lomellino

Se con Bernardo Strozzi, agli inizi del Seicento, le scintille coi proprietari d’allora – i Centurione – portarono a celare gli affreschi riscoperti solo negli anni Duemila, ben diversa fu la fortuna degli interventi di Domenico Parodi, circa in secolo dopo. E così siamo ancora oggi accolti a palazzo dall’incredibile ninfeo che collega, con un “salto” d’oltre otto metri, il giardino all’atrio, mentre nei saloni la magia della pittura imita il marmo e la pietra con una sapienza che solo il figlio di uno scultore straordinario poteva sperare d’ottenere.

Il Ninfeo di Palazzo Lomellino

Il Ninfeo di Palazzo Lomellino

Unire il palazzo ad un giardino sospeso. Un sogno, reso possibile dall’estro progettuale di una grande artista – Domenico Parodi – che pensò, all’inizio del Settecento, a costruire uno dei ninfei più spettacolari di una città di ville come era la Genova del tempo. Tra il marmo e lo stucco, la pietra e i materiali naturali che compongono la “natura artficiosa” del grande salto d’acqua, Domenico progetta e realizza – rendendolo vivo e tangibile – un potente e famosissimo mito: la tragica vicenda di Fetonte.